Con ‘Adotta una stanza’, molte tra le più importanti aziende del territorio hanno messo la loro firma sulle camere della Pediatria del nuovo padiglione Michelangelo. Un segno tangibile e concreto di sostegno all’Ospedale Del Ponte, che anche OpenjobmetisSpA ha voluto compiere con una donazione a Il Ponte del Sorriso.
Tutto il nuovo ospedale è stato artisticamente colorato, attraverso un’ambientazione artistica che trasmette ai bambini un messaggio rassicurante, realizzata da Il Ponte del Sorriso. In Pediatria sono state allestite 21 stanze a tema che proiettano i piccoli ricoverati nel mondo della fantasia, lo strumento chiave della terapia del sorriso che rende accettabile, affrontabile e superabile la terapia fatta di farmaci, strumenti sanitari e indagini diagnostiche, speso invasivi, a volte dolorosi e spaventosi e comunque sempre fonte di grande ansia e paura per i bambini. Anche le linee guida sulle cure palliative pediatriche, pongono quale elemento essenziale per affrontare il dolore dei bambini, la cura non farmacologia, quella che Il Ponte del Sorriso somministra ogni giorno.
Ogni camera è stata poi arredata ponendo particolare attenzione all’armonia di colori e immagini, che nulla hanno a che vedere con il mondo solitamente asettico di un ospedale, consentendo ai bambini di vivere il ricovero come un’esperienza addirittura positiva. Il Direttore Commerciale di Openjobmetis, dr. Biagio La Porta, ha sottolineato la soddisfazione della collaborazione con Il Ponte del Sorriso, che ha realizzato un percorso di accoglienza “mai visto prima”. Il prof. Alessandro Salvatoni ha fatto presente come uno spazio così colorato, faciliti la comunicazione e la relazione tra operatori sanitari e bambini.
“La stanza scelta da Openjobmetis è quella del treno, per il significato particolare che tale tematica riveste per l’Azienda – spiega il Cav. Rosario Rasizza, AD di Openjobmetis –La decisione di aver sostenuto l’Ospedale Pediatrico di Varese con l'”adozione” della stanza del treno, ci riempie di orgoglio e tenerezza. Siamo felici di aver contribuito al sostegno di questo speciale luogo di cura per i bambini. Sappiamo quanto impegno e quanta dedizione tutto il personale ci metta ogni giorno fra queste corsie e che il nostro nome compaia in una di queste stanze ci piace: vogliamo esserci là dove c’è impegno e voglia di migliorare il mondo. Abbiamo scelto la stanza dei treni perché quella del treno che passa e che non bisogna farsi sfuggire è una metafora che uso spesso per dire ai più giovani, in procinto di costruirsi il proprio futuro, che i treni alla stazione passano: non bisogna perderli però! E noi, oggi, siamo certi di essere saliti, con questo piccolo gesto, sul treno giusto. Grazie infine al Ponte del Sorriso Onlus per aver fatto da tramite in questa scelta e ai Cuorieroi, la onlus di volontari nata per portare sempre un nuovo sorriso fra i reparti dei più piccini, che nel giorno della nostra conferenza stampa ci ha aiutato a trasformare questo momento in momento a misura di bimbo, come è giusto essere in occasioni così.”
Sulle pareti un treno corre tra colline e laghi, mentre dalla locomotiva escono allegre foglioline colorate, come se fosse un treno sorridente, che invita alla speranza di una veloce guarigione. Appena si apre la porta, sono visibili sul pavimento le rotaie che conducono fino alla finestra, che si affaccia proprio sulla stazione di Varese.
“Sono davvero contento di questa importante manifestazione di generosità – ha commentato il Direttore generale, Callisto Bravi – perché esprime, una volta di più, l’affetto dei varesini per il nuovo Ospedale Del Ponte, una realtà tangibile, concreta, che offre servizi apprezzati”.
“Ogni giorno Il Ponte del Sorriso Onlus cerca di rendere serena la degenza dei bambini, stimolando tutte le loro risorse positive, affinché la malattia non rappresenti un trauma che potrebbe condizionare per sempre il futuro del bambino – ha dichiarato con gratitudine Emanuela Crivellaro –Tutto quello che noi facciamo è possibile solo grazie alle donazioni che riceviamo con generosità ed affetto, come ha fatto Openjobmetis. Non dobbiamo mai dimenticare che un bambino in ospedale non è un piccolo adulto, ma prima di tutto un bambino”