Le nostre attività non hanno mai registrato una battuta d’arresto, nonostante il COVID.
Anche durante il primo lock down, quando tutto era chiuso, non c’erano vaccini ed il rischio di infettarsi era alto, la Casa del Sorriso è sempre rimasta aperta per accogliere le famiglie dei bambini che necessitavano di cure in ospedale a Varese. Nel rispetto delle regole di distanziamento, mascherina, sterilizzazione degli ambienti, lavaggio frequente delle mani e degli oggetti, con tutte le difficoltà nel gestire una casa di accoglienza in sicurezza, nel 2020 e nei primi sei mesi del 2021, sono state ospitate ben 147 famiglie, per un totale di 263 adulti e 108 bambini, provenienti da ogni parte d’Italia, Sicilia e Sardegna comprese.
Non c’è stata ovviamente la consueta totale occupazione in quanto nella prima metà dello scorso anno, molte delle attività, soprattutto chirurgiche, programmate erano state bloccate, ma molte famiglie che non potevano rimandare le cure, hanno trovato ospitalità presso la Casa del Sorriso, che non è solo un posto in cui alloggiare, ma dove trovare accoglienza e sostegno.
Quando a marzo è scoppiata la pandemia, eravamo tutti spaventati. Le famiglie che in quel periodo erano da noi, inoltre soffrivano per la lontananza dei propri cari e per il timore che qualche parente potesse contagiarsi e ammalarsi gravemente. Abbiamo dovuto abituarci a stare a distanza e a non poter più abbracciare i bambini, ma abbiamo sempre garantito affetto e supporto a tutti, cercando di alleviare le paure e trasmettere rassicurazione.
Proprio a marzo, quasi un segno di speranza e di incitamento all’andare avanti, i genitori di ben 5 neonati, due di una coppia e tre di un’altra, hanno usufruito del servizio. Si trattava di gravidanze a rischio per cui era necessario stare vicini all’Ospedale del Ponte. In particolare i due gemellini erano molto prematuri e mamma e papà sono rimasti diversi mesi alla casa, dove poi sono arrivati, una volta dimessi, prima il maschietto, piccolo piccolo, e poi la sorellina, ancora più piccola. Per loro è stata la prima casa.
Nei mesi successivi le attività sanitarie sono poi riprese, anche se lentamente, e diversi bambini hanno potuto per fortuna essere curati, soprattutto i piccoli nati sordi che devono seguire il lungo percorso per acquistare l’udito e imparare a parlare, che rappresentano la maggior parte dei bambini che da tutta Italia giungono all’Audiovestibologia di Varese, centro di eccellenza per la sordità infantile.
Tante storie si sono intrecciate con il COVID in questo anno e mezzo difficile, tante situazioni da affrontare con prudenza, ma anche con la consapevolezza che la Casa del Sorriso non può venire mai meno al proprio ruolo, COVID o meno, di essere un punto di riferimento per tante famiglie che vivono lontano.